Edizione 2016

Nella presentazione di un pitch devono confluire tutti gli elementi caratteristici e fondanti di un film o di una serie tv, che sono stati elaborati progressivamente, durante tutto il processo di costruzione del progetto: l’idea, il formato, la storia, la visione artistica, la fattibilità creativa, l’impegno produttivo ed il potenziale rientro economico in termini di distribuzione e incasso.

Le diverse fasi del percorso del progetto per arrivare al pitch vengono presentate nei seguenti, rispettivi moduli del programma, consequenziali tra loro, anche se non sempre seguono il medesimo ordine cronologico.

La Masterclass to Producers  – La sfida del Pitch è stata patrocinata dalla Direzione Generale Cinema del MiBACT e dall’AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, organizzata da AGPCI in collaborazione con WGI, in partnership con LUISS Business School | School of Management, in media partnership con Fabrique du Cinema.

  • L’IDEA. DALLA COMPLESSITA’ ALLA SINTESI

    di Giovanna Koch - WGI
    In un pitch ciò che deve arrivare all’interlocutore è l’idea che costituisce il cuore del progetto. L’idea non è uno slogan, una formula standard o un effetto speciale. L’idea non si trova altrove, nasce dentro: è quel particolare seme concettuale affidato allo scrittore del soggetto e della sceneggiatura che comprende al suo interno tutto il successivo sviluppo del progetto e il luogo di innesto per l’ulteriore contributo creativo di moltissime figure professionali che lo realizzeranno e l’arricchiranno. Il seme di un oleandro, non è quello di un girasole: anche se appaiono molto simili sono diversi e contengono futuri diversi. Così l’idea di un film non è quella di un corto e quella di una serie tv non è quella di un documentario. L’idea deve essere specifica e unica come la spirale ellittica del DNA, che tutto contiene e da tutto è diversa.
  • LA NARRAZIONE DIVENTA PREVIEW

    di Gabriele Mainetti, Nicola Guaglianone
    Un caso di scuola, il successo di quest’anno: Lo chiamavano Jeeg Robot. Come si presenta un progetto che è stato concepito con un mood innovativo? Con quali strumenti si riesce a comunicare all’interlocutore l’identità del prodotto finito? Quando e quanto utilizzare la cast list per solleticare l’immaginario e come far procedere la trama per far percepire il coinvolgimento emotivo del pubblico? Va lasciato in sospeso il finale?
  • DESIGN E GRAFICA COME STRUMENTI PER LA COMUNICAZIONE E LA PROMOZIONE DI UN FILM

    di Daniele Moretti
    Mostrare immagini accanto al racconto è di fondamentale importanza, poiché non solo aiuta l’interlocutore ad entrare nella visione dell’autore ma anche perché è una dimostrazione concreta che si ha ben chiaro cosa si intende fare. Marketing & Design, due facce della stessa medaglia dove l’estetica traccia una strategia piazzando immediatamente un film in un genere o un mercato di riferimento.
  • IL GENERE CINEMATOGRAFICO, UNA POTENTE ARMA PER CONQUISTARE I MERCATI INTERNAZIONALI

    di Matteo Garrone
    Scegliere di scrivere un progetto di genere significa non solo poter spaziare tra numerose tipologie collaudate, ma anche individuare con precisione un target di pubblico oltre che l’identità dei competitor, i modelli di riferimento e le vie privilegiate di accesso a mercati e festival. E’ noto che il genere apre al prodotto le porte del mondo internazionale.
  • EFFETTI VISIVI E STORY BOARD: UNO STRUMENTO A FAVORE DELLA STORIA E DELLA PRODUZIONE

    di Giuseppe Squillaci
    Il pericolo più grande per la circolazione delle idee e dei progetti è l’autocensura. Molte storie si bloccano solo perché prevedono scene visivamente complesse e apparentemente costose. Ma sono timori sorpassati. Se si conoscono i segreti delle nuove tecnologie, che consentono ormai di mettere in scena l’impossibile, si può pensare di sviluppare la narrazione senza restrizioni dovute al budget e alla fattibilità.
  • SCRIVERE IL DOSSIER DEL FILM: CONTENUTI EDITORIALI

    di Massimo Galimberti
    L’idea è il seme e contiene il tutto, l’abbiamo detto. Ma di quel tutto bisogna saper definire e mettere in luce i “selling points” in modo che risultino appetibili al primo colpo d’occhio. E’ di tutta evidenza, ma di non facilissima applicazione, che gli interlocutori sono diversi e bisogna saper cambiare la forma e i contenuti da mettere in risalto: c’è differenza nel presentare un progetto ai mercati o ai Festival o ai bandi per accedere ai Fondi Pubblici.
  • DIRECTOR’S STATEMENT

    di Matteo Rovere
    Il rapporto lavorativo e artistico tra produttore e regista è fondamentale. Bisogna procedere in una direzione comune, anche nella relazione con i finanziatori, per condividere con chiarezza una serie di elementi decisivi che partono dalla tipologia di film, con esempi concreti e presenti nel mercato italiano e internazionale, passando per l'intento narrativo, la visione estetica, l'impostazione delle riprese, fino al cast tecnico. I prodotti più riusciti vedono spesso una chiara condivisione tra regia, produzione e parte finanziaria.
  • SHORT CAST WISH LIST, PENSARE AD UN VOLTO ACCANTO AL RACCONTO

    di Beatrice Kruger
    Essere in grado di offrire oltre che l’idea o sceneggiatura anche la visione sulla scelta degli attori che si vorrebbero coinvolgere, se pur ipoteticamente, permette all’interlocutore che sta esaminando il progetto di comprendere più profondamente la visione del team creativo e il proprio approccio artistico.
  • VEDERE IL FILM PRIMA DI GIRARLO

    di Sara Manini
    Sempre più spesso, soprattutto nei mercati internazionali, si realizzano – a supporto della presentazione orale – dei pitch trailer o teaser. Si tratta di piccoli spot video, che assemblano e utilizzano, con un diverso montaggio, scene di altri film già prodotti, che possono evocare per assonanza tematica o visiva il prodotto nuovo che si intende realizzare. Sono presentazioni che non richiedono in generale un apposito girato. Talvolta però si opta anche per quello.
  • COME LEGGERE UNA SCENEGGIATURA

    di Fosca Gallesio
    La sceneggiatura è un testo tecnico e come tale risulta – al primo impatto – un elemento chiuso e non aperto come un’opera letteraria. La sceneggiatura non è al servizio del lettore, non divaga per fare piacere: impone atmosfere, descrive ambienti e scenografie, programma gli elementi per la messa in scena, descrive i movimenti dei personaggi e stabilisce le parole che gli attori dovranno pronunciare. La sceneggiatura, più è tecnicamente ben fatta, più prelude a un film complesso e affascinante e più corre rischi evidenti di incomprensione o addirittura di rigetto. Chi deve leggere per lavoro una sceneggiatura deve impararne il linguaggio: è il primo passo per un’evoluzione del mercato delle idee anche in Italia.

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